Il 24 Marzo la Ugl é stata a Napoli, città che vide la costituzione della Cisnal, per testimoniare il raggiungimento di questo prestigioso obiettivo.
50 anni di storia al fianco del mondo del lavoro, da protagonisti.
Napoli 20-marzo 1950: nasce la CISNAL
Presidente Gianni Roberti, Segretetario generale Giuseppe Landi.
Il sorgere della "guerra fredda" e lo scontro elettorale del 1948 tra
comunisti ed anticomunisti mette in grave crisi la CGIL, il sindacato
unitario ricostituito a Roma nel 1944. Da questa struttura escono,
dando vita ad altre organizzazioni sindacali, la componente cattolica e
quella laica anticomunista. Per ultimo un gruppo di sindacalisti, con
trascorsi in precedenti movimenti sindacali e vicini alle posizioni
politiche nazionali della destra, si riunisce a Napoli il 20 marzo 1950
e da vita alla CISNAL, Confederazione Italiana Sindacati Nazionali
Lavoratori. L'assemblea elegge segretario generale della neonata
Confederazione Giuseppe Landi e presidente Gianni Roberti.
Le polemiche successive alla frantumazione sindacale e la taccia di
neofascismo immediatamente affibiata alla CISNAL non impediscono
tuttavia lo sviluppo di azioni comuni con CGIL-CISL-UIL e la CISNAL
stessa a favore dei lavoratori soprattutto per quanto riguarda il
conglobamento salariale e la validità erga omnes dei contratti
collettivi nazionali.
La CISNAL: lo sviluppo organizzativo (1950-1960)
Lo sviluppo organizzativo sul territorio, aiutato anche dall'attività del
collaterale ente di patronato ENAS, riconosciuto con Decreto
Ministeriale il 7 agosto 1953, porta inevitabilmente al II Congresso
confederale svoltosi a Roma nel dicembre 1953.
L'assise delibera un nuovo statuto, inserisce nel CDC (Comitato Direttivo Centrale) i rappresentanti delle nuove realtà, riconferma Landi alla segreteria generale.
Vengono eletti invece due presidenti, Roberti e Giuseppe Basile,
rispettivamente in rappresentanza della componente partitica e di
quella monarchica. È la conseguenza dei legami stretti, allora
riguardanti tutte le Confederazioni tra mondo sindacale e mondo
politico di riferimento.
La seconda metà degli anni 50 vede la CISNAL, anche a seguito degli avvenimenti di Budapest, cavalcare assieme alla CISL nel mondo del lavoro la battaglia anticomunista.
Sono anni bui nei quali la reazione padronale, agevolata dall'anticomunismo
dominante, trova scarsa resistenza da parte delle organizzazioni
sindacali sempre più divise ideologicamente tra loro anche se
formalmente assieme nei tavoli contrattuali.
È in questo contesto che si svolge a Roma, nel giugno del 1959, il III Congresso.
Il Segretario Landi presenta un bilancio soddisfacente basato soprattutto sul 9,67 per cento di voti conseguito
nelle alezioni delle Commissioni Interne avutesi dal 1956 al 1958.
Il Congresso rielegge Landi segretario generale e Roberti e Nino Guglielmi presidenti in rappresentanza delle due componenti partitiche.
1960-1970:
un decennio difficile
Il sorgere del centro sinistra porta la CISNAL, come conseguenza degli
stretti legami con i due partiti di destra, a passare da una politica
sindacale anticomunista ad una fortemente antigovernativa, che cavalca
in particolare le lotte del Pubblico Impiego.
Nel momento cruciale di questa strategia il 6 giugno 1964 muore improvvisamente Landi.
IL C.D.C. immediatamente riunito nomina Roberti segretario generale.
Il
successivo IV Congresso, tenutosi a Roma nel settembre del 1964,
riconferma Roberti Segretario generale, ribadisce il fondamento
ideologico del sindacalismo nazionale, l'opposizione alla politica
economica del centro sinistra, il collateralismo con il movimento
politico. Viene abolita la carica di Presidente.
La
seconda metà degli anni sessanta vedono lo sviluppo di nuovi fermenti
nel mondo del lavoro, dalle problematiche dei nuovi soggetti sociali a
quelle dell'unità sindacale e della fine del collateralismo partitico.
Tali fermenti non vengono percepiti dalla CISNAL il cui IV Congresso,
svoltosi a Roma nel novembre del 1968, riconferma Roberti segretario
generale e ribadisce stancamente la validità dei principi del
sindacalismo nazionale e della contrapposizione al centro sinistra.
Questo Congresso sconta anche una evoluzione di politica sindacale che
porta i principi teorici del sindacalismo nazionale a stemperarsi nel
mediazionismo dei conflitti sociali e nel rifiuto, nonostante la quasi
decennale conclamata avversione al centro sinistra, degli scioperi di
ordine politico.
È questo rifiuto a creare una svolta tragica nella storia della CISNAL.
Nel novembre del 1969 CGIL CISL e UIL proclamano uno sciopero generale per la casa ,al quale la CISNAL non
aderisce.
Conseguenza
è l'immediato rifiuto delle altre organizzazioni sindacali a sedere
congiuntamente con la CISNAL. Risultato, è l'inizio di una pesante
discriminazione nei confronti della CISNAL, sempre più dipinta come
sindacato neofascista e filopadronale, con l'ovvio corollario di
pesanti attacchi fisici ai auoi associati ed alle sue sedi nei caldi
anni settanta.
La
sopravvivenza è garantita dallo Statuto dei Lavoratori, del maggio
1970, il cui articolo 19 e le conseguenti intepretazioni
giurisprudenziali conferiscono alla CISNAL quell'attributo di
Confederazione maggiormente rappresentativa che solo le permette la
prosecuzione di ogni attività sindacale, pur tra mille difficoltà.
1970-1980:
la fine del collateralismo politico
Aprile 1980: Ivo Laghi viene eletto Segretario generale
In
questo contesto sindacale si svolge nel dicembre del 1975 a Bari il V
Congresso Confederale, ove per la prima volta - pur se esigua - appare
un'opposizione interna che, contro i tempi, chiede un più accentuato
collateralismo con la parte politica.
>Il
Congresso rielegge Roberti segretario generale ed approva un invito
alla unità sindacale alternativa ed anticomunista da parte della CISNAL
e dei Sindacati Autonomi. Il 1976 vede la crisi politica della destra;
la successiva scissione in due tronconi incide pesantemente sulla vita
interna della CISNAL, il cui segretario generale Roberti è un leader
della neonata Democrazia Nazionale.
La
lunga polemica interna viene superata dalla mozione del C.D.C. svoltosi
a Viterbo nel marzo del 1977, che impegna la segreteria al rispetto di
una rigorosa autonomia dalle forze partitiche. È l'inizio della fine
del collateralismo partitico.
Le elezioni politiche del 1979 portano al fallimento elettorale di Democrazia Nazionale. Al C.D.C. del luglio 1977
Roberti presenta le proprie dimissioni ed Ivo Laghi viene eletto segretario generale.
Con lui per la CISNAL si apre una nuova epoca.
Nel febbraio del 1980 Laghi sottoscrive con Giorgio Almirante un protocollo che sancisce inequivocabilmente la
piena indipendenza ed autonomia della CISNAL dal partito.
Il successivo VII Congresso, dell'aprile del 1980 a Roma, elegge Laghi segretario generale e detta una nuova linea
sindacale, molto più movimentista ed organizzativa, fondata sull'accentramento contributivo.
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1980-1990:movimentismo e riorganizzazione
La
prima metà degli anni 80 vede la CISNAL consolidare la sua posizione
di alternativa sindacale nelle lotte contro le stangate fiscali, la
compressione delle retribuzioni, la riforma delle liquidazioni, della
scala mobile e contro l'accordo Scotti.
Sono anni meravigliosi per la CISNAL che, nonostante le continue discriminazioni, si conferma come l'unica
opposizione sindacale, si conquista le fabbriche con continue assemblee, incrementa gli iscritti.
La
nuova politica sindacale è rafforzata dai due convegni dei quadri
dirigenti del 1984 e del 1985 che ribadiscono la validità di una
politica anticapitalista e di un sindacalismo rivoluzionario. Sono gli
anni anche delle manifestazioni di piazza che vedono i cortei CISNAL
sfilare per le maggiori città italiane. L'VIII Congresso Confederale si
tiene a Roma nel maggio 1987.Esso, dopo aver rieletto Laghi segretario
generale, riconferma la validità del manifesto ideologico del 1984, del
sindacalismo rivoluzionario, del sindacato di popolo.
>Il Congresso invita anche il segretario generale a realizzare su queste basi una controffensiva culturale. Essa si
sviluppa attraverso il settimanale "La Meta Sociale" ed il mensile culturale "Pagine Libere".
Gli
anni fino al 1990 vedono la CISNAL all'attacco su tutti i fronti.
Contro le politiche recessive del governo, contro i tentativi padronali
di congelare le retribuzioni. In questo quadro si infittiscono sempre
più le assemblee nelle grandi aziende e le manifestazioni di piazza.
Attività queste che, dopo anni di silenzio e di ostracismo, attirano finalmente l'interesse dei mass-media,
soprattutto de L'Unità e de Il Manifesto.
Primavera 1990: il quarantennale
Laghi viene eletto Presidente; Fedele Pampo Segretario generale
All'apice
dell'offensiva e della mobilitazione sindacale della CISNAL, si celebra
nella primavera del 1990 il quarantennale della nascita della
Confederazione, attraverso tutta una serie di manifestazioni sul
territorio che si concludono con un grande corteo di lavoratori a Roma.
Subito dopo il segretario generale Laghi, nel corso della seduta
primaverile del C.D.C., rassegna le dimissioni dall'incarico nonostante
l'insistente parere contrario dell'assemblea. Una riforma statutaria
immediatamente approvata mette in condizioni il C.D.C. di eleggere
Laghi presidente della Confederazione ed una segreteria collegiale di
cinque membri, al cui interno viene nominato segretario generale Fedele
Pampo.
Corrado Mannucci Segretario generale
Un anno dopo gli succede Mauro Nobilia
I
primi anni novanta assistono al prosieguo di una politica sindacale
movimentista e rivoluzionaria, perseguita con continue manifestazioni
di piazza ed assemblee in migliaia di aziende, durante le quali si
contestano pesantemente gli interventi antipopolari portati avanti
dagli esecutivi governativi che si succedono. Nel frattempo
nell'incarico di segretario generale subentra Corrado Mannucci nella
primavera del 1991 e Mauro Nobilia in quella del 1992. Con l'inizio
della segreteria Nobilia si ha anche il ritorno alla segreteria unica.
L'inizio di nuove realtà: verso la concertazione.
L'apertura ad altre sigle sindacali. Nasce l'ISA
Le
mutate condizioni generali, dal crollo del comunismo reale al processo
irreversibile della globalizzazione economica al trattato di
Maastricht, al nuovo modello di relazioni industriali basato non più
sulla conflittualità, bensì sulla concertazione, non colgono
impreparata la CISNAL che con il segretario generale Nobilia affronta
le nuove realtà. Progressivamente, la linea sindacale movimentista e
rivoluzionaria, non più in sintonia con i tempi, viene sostituita da
un'altra concertativa e propositiva, che realizza il passaggio dalla
protesta alla proposta sindacale. Il passaggio si realizza all'inizio
del 1994 con l'apertura nei confronti delle organizzazioni sindacali
autonome, assieme alle quali si da vita all'ISA, Intesa Sindacati
Autonomi.
Il IX Congresso conferma Nobilia
La
nuova CISNAL viene ratificata infine dal IX Congresso Confederale che
si svolge a Roma nell'ottobre 1994. L'assise abolisce l'incarico di
presidente ed elegge Nobilia segretario generale. Il documento
conclusivo riafferma la necessità che la CISNAL si aprà alla società e
ad altre organizzazioni sindacali e che partecipi con piena dignità
alla nuova politica della concertazione.
Conseguenza immediata della scelta congressuale è la sottoscrizione, nel dicembre del 1993, con il governo del
patto sulla politica dei redditi.
Iniziano a cessare le discriminazioni esistenti nei confronti della CISNAL.
Nasce la Ugl.
La Ugl entra a far parte del C.E.S.
Da Nobilia a Cetica
Nella
primavera del 1995 il segretario generale Nobilia lancia all'attenzione
del mondo sindacale italiano il progetto Ugl, vale a dire la
costruzione di una casa comune di molteplici forze sindacali. L'appello
è accolto da molte organizzazioni sindacali autonome, che assieme alla
CISNAL, tengono nella primavera del 1996 una assise nazionale a Roma.
Cadono
oramai anche gli ultimi steccati sindacali ideologici e per la prima
volta il segretario generale della Cisnal, su espresso invito,
partecipa al congresso della Cgil. A fine giugno 1996 il C.D.C. della
Cisnal approva definitivamente il progetto Ugl e la convocazione del X
Congresso Confederale.
Con
la nascita del nuovo soggetto sindacale, la UGL aumenta l'attività
proselitistica del Sindacato. Viene dato sempre più spazio all'azione
politica concertativa e vengono raggiunti importanti traguardi sia in
Italia che in Europa. Presso il
CES (Comitato Economico e Sociale)
la Ugl designa a rappresentarla Renata Polverini che ha il merito di
far entrare la Confederazione nel secondo Gruppo (quello dei
rappresentanti dei Lavoratori e quindi di diretto riferimento). La
collocazione all'interno del C.E.S. rappresenta, per l'importanza che
riveste soprattutto considerando l'influenza deliberativa dello stesso
sulla legislazione sociale europea, un momento decisivo per la
visibilità e imprescindibile volano per l'azione sindacale della UGL.
Alla
carica di Segretario generale della UGL viene confermato Mauro Nobilia,
fino al Consiglio Nazionale riunitosi nei giorni 22 e 23 ottobre 1999,
quando viene eletto il nuovo Segretario generale: Stefano Cetica, 43
anni romano, proveniente dalla struttura di categoria del Credito, già
Segretario Confederale.
Il 2° Congresso confederale
Il II Congresso confederale della UGL elegge Renata Polverini Segretario Generale. L’elezione della prima donna alla guida di una confederazione “storica” è il compimento di una lunga serie di iniziative e di lotte che hanno visto l’UGL al fianco delle altre tre confederazioni sindacali italiane.
Le grandi vertenze unitarie degli ultimi anni, dall’Alitalia alla Fiat di Melfi, dalla Thyssen Krupp al contratto per il pubblico impiego, tutte guidate per l’UGL da Renata Polverini, al momento Vice Segretario Generale, preannunciano una nuova fase delle relazioni interconfederali che viene sancita dalla presenza al Congresso dei Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL.
Nei loro interventi tutti riconoscono alla UGL di aver dato prova concreta di autonomia nei confronti della politica e del Governo così contribuendo con lealtà al rafforzamento del movimento sindacale italiano.
Su richiesta di Renata Polverini, l’organizzazione si dota di uno Statuto sostanzialmente rinnovato, che inasprisce le incompatibilità tra incarichi sindacali e cariche in partiti politici o assemblee elettive, ed introduce per la prima volta norme cogenti su limiti di età e di mandato per i dirigenti sindacali.
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